La Sicilia e i suoi corsi d’acqua: contaminarsi di bellezza
Dove andare in vacanza quest’anno? Una domanda che per
l’estate 2020, segnata dalla pandemia da Covid – 19, risulta molto complessa.
Al momento ho messo in disparte il mio taccuino dei viaggi e
le mete interregionali che desidero scoprire. Il programma di “Estate 2020” è
stato rettificato con “Estate 2021”. Un cambio che mi ha spinto fuori dai
consoni schemi per guardare intorno. La bella stagione non è scomparsa, aspetta
solo di essere vissuta anche se in modo differente.
Durante le settimane di quarantena, mi sono reinventata
maestra della 3 e 4 classe della scuola primaria. Insieme alle regole di
italiano e le formule di matematica ho ripassato tutto ciò che riguarda i corsi
d’acqua. Idrografia, foce, immissari, elementi antropici, flora e fauna. Dopo
la (meritatissima) promozione e l’arrivo delle pagelle, dunque, vale la pena
chiedersi cosa fare di questo bagaglio culturale.
“Resilienza” è stato
un termine molto usato nei mesi di marzo e aprile. Si tratta, in sintesi, della
capacità di reagire a una determinata situazione traendone dei benefici. Ed
ecco che il mio “riscatto” è partito proprio dalla riscoperta della mia amata
terra. La Sicilia e i suoi pochi (e forse per questo poco noti) corsi d’acqua.
Una veloce ricerca su internet mi ha immediatamente
presentato alcune mete che non possono essere trascurate. Alcune vanno visitate
all’inizio della primavera quando ancora i corsi d’acqua sono abbondanti. Le
piogge dell’inverno scorrono nei letti creando delle affascinanti cascate.
Altre mete, invece, sono visitabili tutto l’anno anche su un gommone da Rafting.
Ed è quello che mi sono ripromessa di fare. Subito mi sono
messa al lavoro per un’approfondita ricerca ma, ovviamente, non con un
anacronistico taccuino di carta. Quella è un’immagine affascinante ma poco
pratica. Il mio itinerario di viaggio, infatti, si sviluppa all’interno di una
cartella creata su Google Drive. All’interno, file in PDF e JPG tracciano un
tragitto ricco di tappe capaci di conquistare adulti e bambini. Un viaggio da
svolgere rigorosamente “on the road” con la nostra Station Wagon piena anche
oltre la sua massima capienza. Il mio motto è “se non sai cosa portare, allora,
porta tutto”.
La Cascata del Catafurco a Galati Mamertino o delle Due
Rocche a Corleone. Le Gole dell’Alcantara o del Tiberio sulle Madonie. La
riserva Naturale di Cavagrande del Cassibile ad Avola o il Lago Specchio di
Venere a Pantelleria. Luoghi nei quali poter trascorrere almeno un weekend.
Bisogna, però, essere onesti. Prima con sé stessi e poi con
gli altri. Rimanere in Sicilia non è un ripiego dettato dalla paura del
contagio del Coronavirus bensì un’opportunità tralasciata troppo a lungo.
Edgard Allan Poe, in un suo racconto, ha nascosto la
soluzione di un enigma in un luogo ben visibile a tutti. Una collocazione così
ovvia che è passata inosservata anche allo sguardo più attento. Un
atteggiamento che molto spesso caratterizza l’individuo che si trova a
pianificare viaggi in luoghi remoti trascurando la propria Regione.
E se, da questa esperienza, imparassimo a riscoprire la vera
bellezza dell’Italia? Gli Italiani, da soli, potrebbero creare un circuito
virtuoso capace di mantenere vivo il turismo e sostenere l’economia locale. Una
strategia la cui portata potrebbe amplificarsi in modo esponenziale grazie al
potere di Internet. Inserire foto, commenti e consigli sui social network e sui
portali dedicati contribuisce alla promozione di un territorio. Raccontando la
propria esperienza di vita si invogliano altri visitatori. Perché, dunque,
rinunciare all’opportunità di improvvisarsi un “segnalatore” di bei luoghi? Lasciarsi
trascinare dalle emozioni, dalla voglia di ammirare la natura, il paesaggio e
il territorio. Proprio come accade ai detriti che dalla sorgente vengono
trascinati dalle acque impetuose fino a valle. Un lungo percorso di scoperta e
di evoluzione.
È importante ricordare che “contagiosi” non sono soltanto i
virus ma anche le belle esperienze, soprattutto se si trovano dietro l’angolo.
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