Le crude immagini della cronaca televisiva. Come spiegarle ai bambini?
Spiegare ai bambini che
nel mondo non esiste soltanto gioia e amore ma anche guerre e cattiveria è un
passo importante da compiere per aiutare il proprio figlio a capire la realtà
che lo circonda e la differenza tra il bene e il male.
La televisione, attraverso le notizie veicolate dai servizi di cronaca al telegiornale, può rappresentare quella che viene definita “un’arma a doppio taglio” poiché con le sue immagini, talvolta particolarmente crude, può risvegliare nel bambino sentimenti di paura, impotenza o preoccupazione. Il video, a differenza della carta stampata, associa i commenti alle immagini e ai suoni con la conseguenza di influenzare pensieri, comportamenti e, in generale, le emozioni dei piccoli telespettatori.
I genitori, come più volte hanno spiegato dagli esperti del Telefono Azzurro, hanno il dovere di educare i propri figli accompagnandoli alla comprensione delle immagini televisive cercando di spiegare le vicende nel modo per loro più comprensibile ma non traumatico. “Sdrammatizzare” gli eventi senza, però, perdere la distinzione tra “giusto e sbagliato” e “bene e male”, concetti fondamentali per la crescita del bambino.
Ogni telespettaore, in base all’età o allo sviluppo cognitivo ed emotivo, reagisce alle immagini in modo differente. Non esiste, dunque, una regola generale ma soltanto le linee guida dettate dal “buon senso”.
Il presidente del consiglio nazionale degli psicologi, Fulvio Giardina, sottolinea che i bambini non hanno ancora sviluppato il pensiero critico e possono confondere episodi reali da quelli di fantasia (ad esempio dei cartoni animati) e che ogni fatto potenzialmente inquietante deve essere spiegato all’interno di una “cornice affettiva”. Non importa, dunque, se si tratta della matrigna di Biancaneve o dell’ultimo attacco dell’Isis: un bambino non va mai lasciato solo davanti al televisore, soprattutto, se assiste a immagini di morte, abbandono o distruzione.
Fonte: Familydea
La televisione, attraverso le notizie veicolate dai servizi di cronaca al telegiornale, può rappresentare quella che viene definita “un’arma a doppio taglio” poiché con le sue immagini, talvolta particolarmente crude, può risvegliare nel bambino sentimenti di paura, impotenza o preoccupazione. Il video, a differenza della carta stampata, associa i commenti alle immagini e ai suoni con la conseguenza di influenzare pensieri, comportamenti e, in generale, le emozioni dei piccoli telespettatori.
I genitori, come più volte hanno spiegato dagli esperti del Telefono Azzurro, hanno il dovere di educare i propri figli accompagnandoli alla comprensione delle immagini televisive cercando di spiegare le vicende nel modo per loro più comprensibile ma non traumatico. “Sdrammatizzare” gli eventi senza, però, perdere la distinzione tra “giusto e sbagliato” e “bene e male”, concetti fondamentali per la crescita del bambino.
Ogni telespettaore, in base all’età o allo sviluppo cognitivo ed emotivo, reagisce alle immagini in modo differente. Non esiste, dunque, una regola generale ma soltanto le linee guida dettate dal “buon senso”.
Il presidente del consiglio nazionale degli psicologi, Fulvio Giardina, sottolinea che i bambini non hanno ancora sviluppato il pensiero critico e possono confondere episodi reali da quelli di fantasia (ad esempio dei cartoni animati) e che ogni fatto potenzialmente inquietante deve essere spiegato all’interno di una “cornice affettiva”. Non importa, dunque, se si tratta della matrigna di Biancaneve o dell’ultimo attacco dell’Isis: un bambino non va mai lasciato solo davanti al televisore, soprattutto, se assiste a immagini di morte, abbandono o distruzione.
Fonte: Familydea
Commenti
Posta un commento