Da Babbo Natale alla fatina dei denti: mai “rompere” i miti improvvisamente
Scrivere una lettera, poggiare il dentino sotto il
cuscino, cercare il coniglio pasquale. Queste sono soltanto alcuni miti
che tramandiamo alle nuove generazioni con un pizzico di romanticismo e
fingendo di crederci ciecamente.
Ma quando è l’ora di raccontare ai nostri figli che non esiste Babbo Natale, la fatina dei denti o il coniglio pasquale? E come rispondere alle loro domande insistenti e, spesso, ovvie?
Una risposta arriva dal portale Familydea.it
Gli psicologi invitano gli adulti a preparare lentamente i bambini a questo passaggio epocale e non raccontare, da un giorno all’altro, che “non è vero niente”. Il bambino, infatti, da solo inizia a mettere in discussione la storia dopo averne parlato con i compagni, visto la mamma indaffarata a impacchettare regali altrui, chiedersi come arrivi Babbo Natale nelle case in cui non ci sono camini o come fa entrare la fatina se porta e finestre sono ben chiuse. Sono proprio questi fattori di dissonanza, incoerenza e concorrenza che segnano il passaggio all’età adolescenziale. Un principio spiegato dal sociologo Gérald Bronner nella rivista “Le Scienze” nel quale sottolinea come questi miti vadano rotti progressivamente in modo che il bambino possa preparare il proprio sistema cognitivo alla verità. Un processo “lento” e mai “improvviso” e, durante il passaggio è lecito lasciarsi trasportare dalla fantasia e rispondere alle domande in modo credibile anche se improbabile: “Babbo Natale passa attraverso i termosifoni” o, ancora, “la fatina passa dal buco della serratura”.
Il bambino, piccolo essere razionale, imparerà a discernere ciò che è vero da ciò che non lo è. Un passaggio evolutivo cruciale “perché – spiega il sociologo – non si tratta solo della scomparsa di una credenza, ma coinvolge la natura dei legami che il bambino intrattiene con le persone che gli stanno intorno e che gli hanno mentito. Mai sottostimare le capacità logiche del bambino!”
Fonte: Familydea
Ma quando è l’ora di raccontare ai nostri figli che non esiste Babbo Natale, la fatina dei denti o il coniglio pasquale? E come rispondere alle loro domande insistenti e, spesso, ovvie?
Una risposta arriva dal portale Familydea.it
Gli psicologi invitano gli adulti a preparare lentamente i bambini a questo passaggio epocale e non raccontare, da un giorno all’altro, che “non è vero niente”. Il bambino, infatti, da solo inizia a mettere in discussione la storia dopo averne parlato con i compagni, visto la mamma indaffarata a impacchettare regali altrui, chiedersi come arrivi Babbo Natale nelle case in cui non ci sono camini o come fa entrare la fatina se porta e finestre sono ben chiuse. Sono proprio questi fattori di dissonanza, incoerenza e concorrenza che segnano il passaggio all’età adolescenziale. Un principio spiegato dal sociologo Gérald Bronner nella rivista “Le Scienze” nel quale sottolinea come questi miti vadano rotti progressivamente in modo che il bambino possa preparare il proprio sistema cognitivo alla verità. Un processo “lento” e mai “improvviso” e, durante il passaggio è lecito lasciarsi trasportare dalla fantasia e rispondere alle domande in modo credibile anche se improbabile: “Babbo Natale passa attraverso i termosifoni” o, ancora, “la fatina passa dal buco della serratura”.
Il bambino, piccolo essere razionale, imparerà a discernere ciò che è vero da ciò che non lo è. Un passaggio evolutivo cruciale “perché – spiega il sociologo – non si tratta solo della scomparsa di una credenza, ma coinvolge la natura dei legami che il bambino intrattiene con le persone che gli stanno intorno e che gli hanno mentito. Mai sottostimare le capacità logiche del bambino!”
Fonte: Familydea
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