“L’unione fa la forza”: la grinta che spinge le donne nissene

Mettere in rete le proprie specificità per raggiungere un obiettivo comune: una realtà che sia libera dai pregiudizi, dalle discriminazioni di genere e dagli abusi. E’ questo il senso della giornata mondiale delle donne, un’occasione per far riflettere tutti, uomini e donne, su un tema comune.
Era questo l’intento che ha spinto la Uil, sindacato capofila del momento di confronto avvenuto sabato 7 marzo, a chiamare a raccolta diverse realtà nissene che hanno voluto promuovere il “vero” significato dell’8 marzo e andare al di là della mercificazione della festa, accendendo i riflettori su un problema sociale e culturale per analizzarlo secondo tutte le sfaccettature.
Proprio per questo il convegno “Sogni e bisogni” delle donne è stato ribattezzato come la chiamata all’azione “degli Stati Generali al femminile”; questi ultimi, in modo sinergico e compatto, devono unire le proprie forze per garantire alle donne un futuro, – per restare in tema di simbolismi – più “roseo”. Ester Vitale, segretaria Uil, ha ripreso un messaggio trasmesso dalla scrittrice Margaret Mazzantini per lanciare un monito che possa dare al territorio una spinta propulsiva: “Nessuno si salva da solo”. Non bisogna, dunque, cercare il protagonismo a tutti i costi poiché questo porta soltanto alla frammentazione dell’attenzione in tanti piccoli convegni isolati. Bisogna, al contrario, lanciare alla città un messaggio forte mostrando come le donne, al di là degli stereotipi di genere, siano capaci di “far gruppo” e lavorare in sinergia. Per far crescere l’economia – ha esordito la Segretaria Vitale – bisogna assumere uno spirito pragmatico senza snaturare le realtà esistenti e, al contempo, promuovere conciliazione e dialogo sia intergenerazionale sia sociale”.
Tante le iniziative che sono state già realizzate a favore delle donne e tante che, ancora, rimangono nel calderone dei “buoni propositi” che quelle stesse donne, certamente, non intendono abbandonare.
Tra questi Anna Giannone, referente del coordinamento delle donne vittime di violenza ha ricordato la casa di accoglienza per donne vittime di violenza, già assegnata dal Comune di Caltanissetta e in attesa di essere “liberata” da lungaggini burocratiche della pubblica amministrazione. Di differente matrice, ma sempre convergente nello stesso obiettivo, è stata ricordata l’importanza della procedura del “Codice Rosa” in ospedale. Tale definizione indica quel canale privilegiato nel quale dovrebbe immediatamente essere inserita una donna vittima di abusi in modo che, accolta con celerità in ospedale, non sia costretta ad attendere lunghe ore che potrebbero mettere a repentaglio la corretta acquisizione della “prova” da poter eventualmente utilizzare nelle sedi appropriate in caso di denuncia. Sempre in ospedale Lia Grande di Soroptimist ha spiegato l’importanza di una sala dedicata alle donne con gravidanze problematiche.
Quelle intervenute al convegno al Testasecca erano donne e madri che, tra i “bisogni” hanno ribadito l’esigenza di una città a misura di bambino e un impegno serio affichè venga cambiata la cultura del lavoro ancora troppo maschilista. Solo in questo modo, hanno sottolineato Ilenia D’Antona della Cisl, Gaia Gerbino di Allattamore e Marcella Sardo di Seguonews, sarà possibile far crescere il tasso di occupazione femminile parallelamente al benessere dei cittadini. A questi ultimi Manuela Margherita, consigliera comunale in rappresentanza della Presidentessa Leyla Montagnino, ha garantito un’attenta valutazione dei “bisogni” e dei “sogni” nelle aule di Palazzo del Carmine.
Nessun tavolo dei relatori né “cavalieri” davanti alle referenti ma solo donne che avevano voglia di raccontare “quel qualcosa” che nella nostra città si sta muovendo e che, solo con il contributo di tutti – uomini e donne – è possibile realizzare. Proprio dai giovani è arrivata la conferma di un “desiderio di rivoluzione” attraverso l’abbattimento degli stereotipi di genere. Invitati a partecipare la Rete degli Studenti Medi ha “schierato” Giovanni Testaquadra, un “maschio” in un convegno nel quale si parla di “femmine” e che, con il suo intervento, ha voluto precisare come nelle scuole, luogo di incontro e di confronto, bisogna promuovere equità e giustizia a prescindere se il “diritto leso” coinvolge la propria persona o quella dei compagni. Proprio nelle scuole, pertanto, vanno concentrate le energie che, come ha ricordato Lidia Trobia di Onde Donneinmovimento, vanno combattuti gli stereotipi di genere, insegnata l’importanza dell’individuo tout court e il valore del lavoro. Ed è per questo che le associazioni debbano impegnarsi a sensibilizzare il territorio anche attraverso contributi economici – come le serate di beneficienza organizzate dal Annamaria Chiarelli past president Innerwheel – indispensabili per attuare quei progetti di inserimento professionale che rende le donne competitive.
Tanto ancora deve essere fatto per raggiungere la parità di genere ma se nessuno allunga la mano per lanciare una pietra nell’acqua non si può muovere nulla. Guardando indietro fino al 1980 quando al Comune di Caltanissetta esisteva la consulta femminile si possono contare tanti passi avanti e, continuando in questa strada, fra 30 anni il divario registrato sarà ancora più ampio.

Fonte: Seguonews

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