Il 7 marzo convocati gli “Stati generali” al femminile: i diritti che le donne non sanno di avere



Quando perdiamo il diritto a essere diversi perdiamo il privilegio di essere liberi” affermava Charles Evans Hughes e,  per rimarcare questo principio ogni anno, l’8 marzo, la giornata internazionale della donna torna prepotente a ricordare come la differenza di genere non deve comportare una discriminazione nei diritti dell’individuo.
Mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi e fingere che “vada tutto bene”, che le donne “scelgano” di restare a casa per prendersi cura dei figli invece che lavorare o che la parola “femminicidio” sia un neologismo legato solo a qualche caso di cronaca nera non è più accettabile in una società che pretende di definirsi come “civile”.
Troppo spesso “regolare” viene erroneamente indicato come sinonimo di “ottenere” ma, per comprendere la reale entità del problema e capire le difficoltà che giorno dopo giorno vive l’universo femminile, occorre individuare con gli attori sociali del territorio locale “sogni e bisogni”. Azioni concrete che possono essere realizzate attivando una rete di servizi chiesti dalle stesse protagoniste e beneficiarie degli interventi: le donne.
A tal fine la Uil di Caltanissetta ed Enna, come capofila di un primo convegno, organizzato all’istituto Testasecca per il prossimo 7 marzo, chiama a raccolta “gli Stati Generali delle donne” per analizzare il problema femminile locale nella sua globalità di sfaccettature.  Interverranno all’evento, moderato da Maria Grazia Pignataro,  il Segretario Generale della UIL di Enna e Caltanissetta Vincenzo Mudaro, la segretaria generale aggiunta Uil di Enna e Caltanissetta Ester Vitale, la portavoce del Coordinamento contro la violenza sulle donne Anna Giannone, la portavoce di Onde Donneinmovimento Lidia Trobia, la segretaria territoriale Cisl di Agrigento, Enna e Caltanissetta Ilenia D’Antona, la presidente Innerwheel Caltanissetta Maria Guarneri, la  presidente Soroptmist di Caltanissetta Lia Grande, portavoce di Madri della Città Pinella Falzone, le referenti della Rete degli Studenti Valentina Lomaglio e Elena Sofia Zaccone.
La migrazione degli interessi del “sesso debole” dalla vita domestica verso il mercato del lavoro ha imposto al sistema produttivo una ridefinizione che non si ferma soltanto al campo economico ma si estende soprattutto al sistema sociale. La donna che lavora, infatti, va percepita come un valore aggiunto che arricchisce di nuove competenze e potenzialità qualunque mestiere ma, per ottenere questi benefici è indispensabile attivare alcuni servizi fondamentali per la conciliazione della sfera professionale e personale di una donna. La soluzione è, dunque, quella  di infondere, attraverso convegni e azioni di sensibilizzazione, una nuova e diversa cultura in cui la donna, riscattata dal semplice ruolo di madre possa portare avanti una carriera professionale senza dover necessariamente fare una rinuncia tra i due mondi.
Gli obiettivi perseguiti in questo incontro, ha spiegato Ester Vitale della Uil, sono concreti e realizzabili per analizzare, al di là degli ideali empirici, “gli scenari possibili e le soluzioni effettivamente applicabili per consentire di risolvere, un passo dopo l’altro, i problemi riscontrati che giudichiamo alla nostra portata”. Nell’ottica dell’Unione che fa la forza” l’impegno civico a portare avanti queste tematiche è rivolto non soltanto alle realtà prettamente femminili ma a tutta la società civile: dalle associazioni volontaristiche alle istituzioni, dai sindacati ai datori di lavoro al semplice cittadino che, comprendendo le difficoltà vissute dal genere femminile, contribuisce nel cambiare le coscienze e rivoluzionare il pensiero e l’opinione comune. E proprio in questa ottica che la UIL  ha voluto coinvolgere anche gli studenti che, stanchi di essere definiti “i cittadini di domani”, vogliono diventare “parte integrante della società di oggi”.
Madre, lavoratrice  dipendente, imprenditrice o studentessa ma, soprattutto, “donna” capace di esprimere sé stessa e inseguire i propri sogni.
Quella che si vuole realizzare il 7 marzo a Caltanissetta è una rete che possa concretamente promuovere un’effettiva – e non solo genericamente proclamata - parità di genere, una cultura di rispetto delle differenze e delle politiche di condivisione del lavoro. Le norme tese alla parità di genere, di fatto, non devono essere percepite come una “concessione” a vantaggio delle donne bensì una necessità nata da una società che ancora non riesce a garantire l’uguaglianza e che, attraverso il legislatore, deve coprire quel “gap culturale” ancora vissuto come “soffocante”.
Il convegno "Sogni e Bisogni delle donne a Caltanissetta" si svolgerà sabato 7 marzo alle ore 17 presso l'istito Testasecca, in Viale della Regione a Caltanissetta



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