14 dicembre 2011 - Previdenza, Servidori: Il decreto Monti modificherà il mondo del lavoro femminile
Donne e Previdenza,
un tema “caldo” in questo periodo in cui la manovra economica sta riformando
tutto il
sistema pensionistico italiano ma, purtroppo, non nuovo nel quadro normativo e
sociale del
mondo del
lavoro. Dall’ingresso della donna nel mondo del lavoro, infatti, si è potuta
registrare una
sensibile
differenza per quanto riguarda l’accesso, l’avanzamento e la permanenza nel
mondo del
lavoro della
donna rispetto ai colleghi maschi. Questi ultimi, forti di un persistente
pregiudizio,
riescono ad
andare in pensione con uno stipendio più alto (o una posizione professionale
maggiore)
anche, talvolta,
con un titolo di studio o una qualificazione professionale minore rispetto a
quella
posseduto da
altre sue colleghe o sottoposte donne.
Tale
condizione influenza negativamente anche il sistema previdenziale e il
successivo trattamento
economico
percepito dai lavoratori ormai in pensione.
Nel corso
del seminario di studio sul mercato del lavoro femminile Alessandra Servidori, Consigliera
Nazionale di
parità illustra oggi lo studio su "Donne e riforma della previdenza. La situazione
italiana:
numeri,
statistiche, prospettive".
Un’indagine
condotta in collaborazione tra l’Ufficio della Consigliera Nazionale di Parità,
il Ministero
del lavoro e
delle politiche sociali e il servizio attuariale di Inps e che, sottolinea Consigliera
“dovrà
essere
naturalmente aggiornata a seguito dell’approvazione del maxiemendamento “Salva –
Italia” stilato
dal Governo Monti”.
La Servitori
guarda al futuro con positività e conferma l’impostazione fornita dal nuovo Governo:
“Mi
auspico - continua
nel suo intervento telefonico - che tali piccole riforme porteranno dei
benefici per
le donne e
la loro permanenza nel mondo del lavoro ma, ovviamente, è impossibile esporre
una
fotografia
chiara e inequivocabile dell’universo delle pensioni “al femminile”, definendo
a priori
quanti e
quali cambiamenti influenzeranno il mondo professionale e previdenziale delle
donne”.
Il percorso
da intraprendere, naturalmente, è ancora lungo e complesso; per risolvere i problemi
dell’universo
femminile e raggiungere una condizione professionale equa alle proprie competenze
è
necessario
mettere in atto “il metodo auspicato e indicato dalla Commissione europea, di
monitoraggio
e studio dei dati disaggregati per genere maschio - femmina per grandi voci di
politiche
del
welfare”.
Il saggio è
stato elaborato grazie all’approfondimento dell’analisi per genere dei dati provenienti
dal
Casellario
centrale dei pensionati, archivio amministrativo gestito dall’Inps, in cui sono
raccolte le
informazioni
sulle prestazioni pensionistiche erogate da tutti gli enti previdenziali
italiani, pubblici e
privati.
I dati
registrati sono stati confrontanti con l’applicazione delle norme in materia di
prestazioni
“compreso – continua
la Servitori - uno spaccato approfondito
dei dati riferiti al gap pensionistico
uomo/donna
ed alcune riflessioni sul sistema di protezione sociale per le lavoratrici”.
Fonte: Ministero del Lavoro -
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