Dimmi che abito vuoi e ti dirò chi sei


“Questi non sono abiti ma modi di essere” spiegava Hermes a Giada – alias Cristina Capotondi – nel film “Come tu mi vuoi”. L’abbigliamento è la rappresentazione del proprio io interiore, un pezzo di stoffa che racconta la vita di una persona e quello che desidera comunicare di sé al mondo. Se nella vita di tutti i giorni o durante gli eventi l’individuo – soprattutto la donna – cerca di identificarsi con uno stereotipo imposto alla massa dai trend setter, nel giorno del matrimonio questa regola decade per far emergere il vero “io”.
La moda è considerata un argomento futile per donne frivole e spesso capricciose ma chi pensa questo non va oltre il pezzo di stoffa che trova esposto nelle vetrine. La donna, quando si reca in un negozio alla ricerca di un abito per le nozze sa già “chi” vuole essere e cosa desidera comunicare al futuro marito. Abito ampio o accodato, lungo o corto, ricco di decorazioni plissé o applicazioni di ruches? Non si tratta mai di scelte dettate dal mero casuale sfoglio di qualche coupon. Verosimilmente, attraverso la presa visione di certi figurini la donna rivede, e sceglie, chi veramente vuole essere per il suo “sì”.
Romantica, estrosa, raffinata, sexy o con note vintage …. Diffidiamo da chi sostiene di voler un abito “semplice” e privo di lusso; questo aggettivo, infatti, cela un’ovvia contraddizione: l’abito bianco, utilizzato solo per poche ore per rispettare un’antica tradizione o un’ideale condiviso dalla società (compreso di guanti e velo) è già di per sé un bene superfluo, quindi un “lusso”, che trasforma piacevolmente chi lo indossa in una vera principessa di un’epoca lontana o contemporanea.
Cosa e come individuare l’abito adatto? Bisogna innanzi tutto andare alla ricerca del sé e pensare se si vuole apparire “nuvola” o “sirena” ma attenzione: le insidie si trovano in ogni abito. Indubbiamente il “vero” effetto nuvola pretende la leggerezza. Non bisogna lasciarsi confondere dalle false credenze che un modello ampio sia pesante o ingombrante. Il segreto, infatti, sta nella scelta della stoffa. Se la futura sposa desidera orientarsi verso un ampio abito costruito su pannelli di tulle di pura seta avrà una leggerezza assicurata e i suoi movimenti saranno scanditi dal soffice fluttuare di un’abbondanza indisturbata. Al contempo, se la scelta dell’abito largo scarta il tulle e va a favore del taffettà arricchito da fastosi drappeggi, allora sarà necessaria una sottostruttura con il cerchio. In tal caso la donna percepirà una pesantezza non indifferente e, più che l’effetto “meringa” (vaporosa, spumeggiante e leggera) sembrerà più simile al Monte Bianco. Se è questo il suo desiderio allora dovrà andare avanti e, magari, dedicare una particolare attenzione alle scarpe (comode) e a una macchina (che l’accompagnerà per tutto il giorno) dove riuscirà ad entrare con il suo vestito… e ovviamente con lo sposo!
Se la fidanzatina in cerca pensa che il modello aderente possa creare meno problemi allora ha trascurato la limitazione non indifferente dei movimenti. Per ovviare il problema bisogna puntare sul tessuto (meno rigido possibile) e sul gioco dei tagli.
Per le indecise che cercano una “via di mezzo” tra l’exploit di stoffa e l’effetto risucchio allora la scelta dovrà cadere su un modello svasato che poggia con naturalezza adattandosi alle curve del corpo. Lo stesso risultato si può raggiungere con un modello morbido, possibilmente il classico “stile impero” che slancia la figura in modo meno superbo dell’abito stretto a sirena ma guadagna certamente in comodità. Una sposa moderna potrebbe voler preferire un modello due pezzi al classico abito unico e, magari puntare a un’ultra chic tailleur piuttosto che adottare il tradizionale abito gonna. Del resto, “non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace”! Tessuto e colore, bretelle o scollo a cuore, stola o copri spalle, diventano parte integrante e fondamentale della scelta: l’album di nozze e lo sguardo che a prima vista rivolgerà il futuro marito rimangono indelebili in eterno e da lontano il primo “sì” è per l’abito.
“Cosa piace al mio lui?”. Questa è una domanda che mai la futura sposa si deve porre poiché solo il sentirsi sicura e a proprio agio nell’abito che si indossa porta una donna ad essere veramente attraente. “Io sono questo” deve recitare l’abito che, proprio prima di pronunciare le promesse solenni, deve svelare la personalità di chi lo indossa.

di Marcella Sardo e Raffaella Locascio
Fonte: Seguonews

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